
Tipologia
Territorio
Orizzonte temporale di realizzazione
Fattibilità tecnica
Argomenti
Obiettivo
Gestire e mitigare le inondazioni preservando, ripristinando o creando le zone di espansione delle piene
Contesto
Le zone di espansione delle piene sono spazi (naturali o artificiali), non urbanizzati o eventualmente attrezzati, che possono temporaneamente immagazzinare acqua in caso di inondazione. ritardano il flusso quando la portata dei corsi d'acqua è più importante e limitano il livello d'acqua a valle.
Aspetti normativi
- Integrare, ove necessario, il sistema normativo sovralocale (regionale, cantonale, ...) con l'obbligo di:
- mantenere e ripristinare le zone di espansione naturale delle piene e la possibilità di creare zone di espansione artificiali o bacini di raccolta;
- orientare l'urbanizzazione e qualsiasi nuovo progetto di sistemazione al di fuori di queste zone di espansione delle piene, classificandole come zone non strutturali;
- vietare le attività che incidono sulla capacità di raccolta dell'acqua;
- specificare gli interventi ammessi (prati, zone boschive, attività agricole, parchi giochi o attrezzature sportive, parchi pubblici, ecc.);
- Realizzare preferibilmente le zone artificiali di espansione delle piene e i bacini di raccolta laddove la geomorfologia permette di riconoscere l'antica presenza di forme fluviali abbandonate.
- Stabilire che le zone di espansione non siano compromesse da argini di contenimento o impermeabilizzazioni non giustificati e, se necessario, siano oggetto di un ripristino ambientale.
Punti deboli e opportunità
Punti deboli
Difficile realizzazione in zone troppo antropizzate.
Opportunità
Le zone di espansione delle piene contribuiscono alla strutturazione del paesaggio e all'equilibrio degli ecosistemi, limitando i danni nell'ambiente edificato in caso di inondazione.
Schede delle buone pratiche già adottate
Obblighi per l'attuazione in Valle d'Aosta
Aspetti normativi
La DGR 2939/2008 prevede già l'identificazione delle forme fluviali abbandonate ma che potrebbero essere riattivate in caso di piena, ossia delle zone naturali di espansione delle piene o idonee alla realizzazione di aree di espansione artificiali o di bacini di raccolta.
È opportuno integrare il quadro degli spazi non edificabili, di cui al titolo V della LR11 1998, con le procedure e gli usi consentiti nelle zone di espansione naturale o artificiale delle piene.
Il PTA in vigore prevede genericamente all'articolo 42 delle «misure di tutela per le fasce A e B dei corsi d'acqua». Il PTA è attualmente oggetto di un aggiornamento che prevede obiettivi di miglioramento delle condizioni idromorfologiche dei corsi d'acqua (Misura KTM.6: ripristino fluviale, miglioramento delle zone riparie, eliminazione delle dighe, riconnessione dei fiumi alle pianure alluvionali).
Raccomandazioni per l'attuazione in Vallese (testo in francese)
Dans le contexte valaisan, cette action est pertinente. Elle rejoint particulièrement les fiches E.1. « Gestion de l’eau », A.13. « Aménagement, renaturation et entretien des cours d’eau » et A.16. « Dangers naturels » du Plan directeur cantonal ainsi que les mesures A.4, E1 et E2 de la dernière Stratégie eau du Canton et la loi cantonale sur l’aménagement des cours d’eau (LcACE).
La gestion intégrée des risques (Fiche A.16.) regroupe trois catégories : mesures passives, mesures actives et mesures organisationnelles. Selon l’art. 5 LcACE, la protection contre les crues doit être assurée par des mesures passives et par l’entretien des cours d’eau. Il est ainsi de la compétence des communes d’établir et d’actualiser les cartes de danger sur leur territoire ; de prendre en considération les cartes de danger et de reporter les zones de danger dans leur plan d’affectation de zones (PAZ) et fixer des prescriptions dans leurs règlements des constructions et des zones (RCCZ) ; de délimiter des zones réservées pour la réalisation d’ouvrages de protection ; de veiller à un entretien adéquat des cours d’eau et des ouvrages existants en respectant les prescriptions relatives à la protection de l’environnement et d’informer le Canton en cas de nouveaux dangers. Les communes doivent établir une planification quadriennale de l’entretien des cours d’eau sur leur territoire et annoncer annuellement les travaux prévus au Canton. Le Canton, via le Service des forêts, des cours d’eau et du paysage (SFCEP) accompagne les communes dans toutes ces démarches et propose, avec la Confédération, des soutiens financiers pour l’entretien et la réalisation d’ouvrages de protection comme pour la renaturation et la mise en place d’un espace réservé (ERE) qui constituent également des mesures de prévention contre les crues.
ERE : Suite à l’adoption d’une législation fédérale, les communes doivent établir au bord des cours d’eau un espace réservé (ERE). Par espace réservé, on entend un espace sans nouvelles constructions et présentant des limitations pour l’agriculture et d’autres prescriptions d’usages. Ces espaces participent aux mesures de prévention des crues tout en permettent aux habitants un accès à l’eau et en favorisant la biodiversité.
Attention : le Canton ne souhaite pas la mise en place de lacs d’accumulation, spécifiquement en montagne, pour la gestion des crues car ils pourraient représenter des risques de débordements. Cependant, comme c’est le cas pour la 3ème correction du Rhône, la mise en place de casiers d’inondations est envisageable en fonction de la localisation et en accord avec le SFCEP. La renaturation ainsi que la mise en place d’ERE sont, en principe, privilégiées. Le Canton encourage également une coordination et une coopération accrues avec les gestionnaires des grands ouvrages d’accumulation hydroélectriques (projet MINERVE) qui peuvent être mobilisés en tant qu’ouvrages de prévention des crues.
Documents et liens utiles :
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