Rifugio Torino, vista da Skyway Courmayeur
Caso pilota

Resilienza dell'alpinismo

Espace Mont Blanc
2020 – Oggi

Resilienza dell'alpinismo

Documentare e analizzare, attraverso un approccio multidisciplinare, le relazioni tra l'evoluzione degli ambienti di alta montagna e la pratica dell'alpinismo nell’Espace Mont-Blanc

L'alpinismo è l'attività peculiare degli ambienti di alta montagna ed è la pratica sportiva più influenzata dal cambiamento climatico per via dell'evoluzione degli ambienti fisici in cui si sviluppa.

Evoluzione degli itinerari alpinistici e delle loro condizioni di frequentazione

Sono stati analizzati 30 itinerari di accesso ai rifugi di alta montagna degli Écrins, del Monte Bianco e delle Alpi Vallesane. I processi in atto più dannosi sono la perdita di spessore e il ritiro della fronte dei ghiacciai.

Le strategie di adattamento attuate (attezzamento) sono efficaci, ma pongono problemi di finanziamento, etici e giuridici. È stato realizzato uno studio sugli accessi ai rifugi del bacino della Mer de Glace dall'inizio del XX° secolo (aspetto patrimoniale). Sembra che la perdita di spessore del ghiacciaio e la conseguente degradazione delle morene laterali abbiano indotto numerose modifiche degli itinerari già a partire dagli anni '90 del secolo scorso. Ciononostante, la loro pericolosità aumenta così come la necessità di attrezzaggio (attualmente presenti 633 m di scale), mettendo in discussione l'accessibilità futura dei rifugi. Le vie ferrate sono state trattate nella loro evoluzione nella topo-guida di G. Rébuffat, “Le massif du Mont Blanc” (1973) che identifica 25 passaggi (9 in media per itinerario) che rendono i percorsi più pericolosi e tecnicamente difficili. Studi specifici sono stati condotti sulle coperture glaciali dei versanti nord e sui ghiacciai sospesi, fonti di notevoli rischi. Tutti questi lavori sono stati citati nella relazione speciale dell'IPCC 2019.

Quali adattamenti sono necessari per gli alpinisti di fronte all'evoluzione dell'alta montagna?

L'alpinismo estivo è la principale attività praticata dalle guide di alta montagna (in media 26 giorni di lavoro all'anno) e le guide francesi sono particolarmente sensibili agli impatti del cambiamento climatico essendo costrette ad adattare la loro pratica attraverso 5 strategie principali: (i) cambiamento della stagionalità, (ii) cambiamento delle attività svolte,( iii) maggiore attenzione e reattività alle condizioni, (iv) cambiamento dei luoghi di pratica e (v) delle tecniche di progressione. 

Le guide che si adattano con più facilità sono quelle che diversificano le loro attività al di là dell'alta montagna. Grazie ad una clientela più regolare e ad una strutturazione diversa del segmento turistico, la sensibilità delle guide valdostane appare minore. Nonostante la difficoltà nel raccogliere i dati, i rifugi di alta montagna mostrano una frequentazione in diminuzione abbastanza netta, ma l'impatto negativo del riscaldamento climatico non può essere generalizzato

La frequentazione di tre siti di accesso all'alta montagna è stata inolre misurata – con non poche difficoltà - con l'ausilio di sensori piroelettrici. Sulla via normale di ascensione al Monte Bianco, i dati dimostrano, ad esempio, che lo schema di frequentazione degli alpinisti è inadatto al rischio locale di caduta di pietre nel canale del Goûter, con un impatto sulla sicurezza particolarmente rilevante.

Vulnerabilità degli alpinisti e diffusione delle conoscenze per favorire la resilienza

Le conoscenze acquisite nel quadro di AdaPT Mont-Blanc sono state messe a disposizione degli attori dell'alpinismo, e più in generale della comunità alpina. Si tratta ad esempio di strumenti di aiuto per gli alpinisti dilettanti (numerosi articoli di stampa, schede destinate alle strutture di prevenzione) o di raccomandazioni per i servizi tecnici responsabili della gestione degli itinerari di accesso all'alta montagna. 

Per le guide di alta montagna sono stati realizzati dei supporti di formazione e attuata un’attività di comunicazione dei risultati del progetto tramite le società delle guide, le scuole o i sindacati. Un legame particolare è stato creato con l'UVGAM (formazione) e l'SNGM (rapporto tecnico). 

Dal punto di vista dei servizi di soccorso è stato realizzato uno studio specifico sui tassi di incidentalità nel canale del Goûter. Il settore è stato equipaggiato con una rete di sensori per meglio comprendere le dinamiche geomorfologiche in corso e contribuire alla riduzione del numero di decessi in uno degli itinerari alpinistici più frequentati e con il più alto tasso di incidentalità al mondo.

Figura 1. Foto comparativa del versante nord dell'Aiguilles de Chamonix (massiccio del Monte Bianco) tra (A) fine estate 2018 e (B) estate 1919. 1. Aiguille du Plan (3673 m). 2. Aiguille du Midi (3842 m).

Figura 1. Figura 1. Foto comparativa del versante nord dell'Aiguilles de Chamonix (massiccio del Monte Bianco) tra (A) fine estate 2018 e (B) estate 1919. 1. Aiguille du Plan (3673 m). 2. Aiguille du Midi (3842 m). Notare l'importante scioglimento dei ghiacciai sospesi e della copertura glacio-nivale.

Figura 2

Figura 2. Mappa di localizzazione dei 95 itinerari studiati nel massiccio del Monte Bianco e loro livello di modifica (0 = nessuna modifica; 4 = scomparsa dell'itinerario).

Figura 3. Dispositivo metodologico impiegato nel quadro di uno studio interdisciplinare sulla via normale di ascensione del Monte Bianco.

Figura 3. Dispositivo metodologico impiegato nel quadro di uno studio interdisciplinare sulla via normale di ascensione del Monte Bianco.